Macchine ed attrezzature presenti
La fase di tintura prevede due momenti distinti: quella di pesatura e preparazione dei coloranti e degli ausiliari per la preparazione della ricetta e quella di tintura vera e propria.
La prima fase, solitamente affidata ad un singolo addetto, consiste nella suddivisione dei singoli componenti della ricetta di tintura nelle proporzioni corrette al fine di ottenere, su vasta scala, lo stesso risultato ottenuto in fase di studio del colore. Di solito questa operazione avviene all’interno di un locale specifico, chiamato cucina colori, spesso adiacente al deposito coloranti ed al locale di stoccaggio degli ausiliari di tintura.
La seconda fase prevede invece la tintura vera e propria, in cui le rocche o le matasse ed i prodotti chimici componenti la ricetta di tintura vengono caricati all’interno del macchinario. All’interno della vasca di tintura verrà inviato il bagno di colorante caldo, il quale verrà fissato al materiale mediante i processi chimici propri della tintura. Al termine del ciclo di tintura avverrà la cosiddetta campionatura, consistente nel prelevare, da un piccolo recipiente in comunicazione con la vasca detto “campionatore”, un campione di materiale allo scopo di controllare il risultato della lavorazione. Nel caso la stessa dia esito positivo, il materiale verrà scaricato per essere inviato all’asciugatura. Nel caso invece il risultato non sia quello voluto, il ciclo di tintura verrà ripetuto dopo aver provveduto ad effettuare le idonee correzioni alla ricetta originale, tramite l’aggiunta di piccole quantità di ausiliari e coloranti
Il carico e lo scarico del materiale all’interno della vasca avviene con modalità differenti a seconda che la materia prima sia stoccata in rocche o matasse. Nel primo caso il materiale verrà INCANNATO, ovvero disposto in maniera verticale (una rocca sopra l’altra) per poi essere caricato all’interno delle vasche. Nel secondo caso il materiale viene invece imbastonato, ovvero appeso a due bastoni orizzontali, i quali verranno poi inseriti all’interno della vasca in modo da mantenere il materiale da lavorare sotto una certa tensione.
I cicli di tintura in matasse ed in rocche avvengono ormai quasi esclusivamente mediante macchinari in grado di raggiungere una pressione superiore a quella atmosferica, in modo da garantire una maggiore uniformità del colore e quindi un risultato qualitativo maggiore.
ATTREZZATURE ED IMPIANTI UTILIZZATI
1 – Magazzino rotante coloranti
Il magazzino rotante per i coloranti viene utilizzato per stoccare i prodotti chimici in polvere all’interno di spazi ridotti. Lo stesso è costituito da più ripiani sui quali vengono posizionati i contenitori dei coloranti. L’operatore, all’occorrenza, comanda la rotazione dei ripiani fino a posizionare quello sul quale è stoccato il prodotto voluto ad un’altezza comoda per effettuarne il prelievo.
Solitamente una bilancia manuale per la pesatura dei coloranti è solidale a tale attrezzatura, scorrevole su rotaie per tutto il fronte del magazzino.
2 – Cucina colori
La cucina colori è la zona in cui la ricetta di tintura viene preparata per poi essere inviata all’interno delle vasche.. Nella maggior parte delle aziende del comparto, questa zona viene utilizzata esclusivamente come zona di scioglitura per effettuare piccole aggiunte di prodotti, in quanto la preparazione della ricetta principale viene ormai preparata mediante l’avvio automatico dei prodotti in vasca. In questo caso la cucina colori potrà ancora essere utilizzata per la scioglitura dei coloranti all’interno di barilotti di espansione. I coloranti verranno poi inviati all’interno delle vasche.
3 – Impianto di dosatura automatica ed invio prodotti alle vasche
Nelle tintorie più grosse, sono presenti impianti automatizzati che hanno il compito di dosare i prodotti ausiliari nelle quantità desiderate e ed inviare gli stessi alle vasche di tintura, in modo da ridurre al minimo la necessità di manipolazione dei prodotti da parte degli operatori. In alcuni impianti, anche l’invio dei coloranti è automatizzato, anche se la pesatura e la scioglitura degli stessi restano manuali
Per compiere le aggiunte di prodotti necessari, di solito è richiesta una precisione nel dosaggio piuttosto difficile da raggiungere con i mezzi automatici descritti sopra. Solitamente, pertanto, affiancati ai sistemi di distribuzione automatica dei prodotti, esistono sistemi di spillatura manuale classici, atti a permettere il prelievo di piccolissime quantità degli stessi
Il cesto in pressione è utilizzato per effettuare la tintura delle rocche di filato che richiedono temperature del bagno di circa 140 °C, raggiungibili alla pressione interna di circa 4 atmosfere.
La differenza sostanziale che esiste fra i jet per la tintura in pezza e i cesti a pressione sta nel principio di funzionamento: nei jet è la pezza che circola all’interno della macchina per tutta la durata del processo, mentre nei cesti a pressione per le rocche è il bagno che circola per garantire l’uniformità di tintura sul materiale.
I principali componenti di un cesto a pressione sono i seguenti:
- Il cesto di tintura, costituito solitamente da una struttura cilindrica in acciaio inox, posizionata quasi interamente al di sotto del piano di calpestio, all’interno di un’apposita buca.
- La pompa di circolazione, che consente il ricircolo continuo al bagno di tintura
- Il recipiente per la campionatura, all’interno del quale vengono inseriti i campioni di materiale sui quali dovrà essere effettuato il controllo del risultato del ciclo di lavoro
- La valvola di riempimento del cesto, la quale è responsabile dell’immissione del bagno di tintura all’interno della vasca. Di solito questo componente è costituito da un’elettrovalvola.
- La valvola di immissione del fluido riscaldante
- Le canne porta - materiale, sulle quali vengono impilate le rocche da tingere. Questo tipo di struttura non è fissata alla macchina ma è estraibile. La maggior parte delle volte tale struttura è però molto pesante e richiede l’utilizzo di un paranco per la sua movimentazione
Le rocche possono essere tinte anche in vasche orizzontali. Il principio di funzionamento delle stesse sarà analogo a quello descritto sora. Il caricamento del materiale, in questo caso potrà avvenire manualmente ovvero a mezzo di dispositivi automatizzati.
6 - Armadio a pressione e non
L’armadio a pressione atmosferica viene utilizzato per la tintura del filato in matasse alla temperatura massima di 98 °C. Attualmente si stanno diffondendo anche gli armadi a pressione, finora poco utilizzati a causa dello stress fisico e termico cui sottopongono il materiale al loro interno.
La macchina (la versione non in pressione) è costituita da un corpo macchina in acciaio inox, nel quale avviene il ciclo di tintura.
La termoregolazione del bagno avviene mediante scambio termico in apposite serpentine riscaldate con vapore o con acqua surriscaldata.
Il sistema di chiusura del portello è realizzato mediante almeno tre dadi a galletto.
Sulle fiancate è situato il barilotto di espansione all’interno del quale verranno sciolti i colori e miscelati gli ausiliari da utilizzare nel ciclo operativo.
Una pompa permette il ricircolo continuo del liquido contenuto nel corpo della macchina.
La pompa di trasferimento ha invece la funzione di immettere la miscela presente nel recipiente colori all’interno della camera di tintura.
Solitamente è poi resente un altro piccolo recipiente di campionatua all’interno del quale viene inserito il materiale sul quale dovrà essere controllato il risutlato del ciclo di lavorazione
7 – Impianti automatizzati di tintura
Nelle aziende più all’avanguardia i sistemi di tintura rocche e matasse possono venire automatizzati. Di solito l’automazione del processo avviene tramite una serie di robot che si occupano del carico e dello scarico del materiale all’interno delle vasche, nonché della dosatura dei coloranti e degli ausiliari.
In questo caso all’operatore spetteranno esclusivamente compiti di posizionamento e prelievo del materiale nelle apposite zone di prelievo, compiti di campionatura e di aggiunte dei coloranti
8 - Centrifughe
Centrifuga rocche Centrifuga matasse
Le centrifughe vengono utilizzate per eliminare l’acqua in eccesso presente nelle rocche ovvero nelle matasse in arrivo dal ciclo di tintura. Le centrifughe per rocche sono formate da una giostra girevole che ruotando ad alta velocità, estrae l’acqua dalle rocche per forza centrifuga. All’operatore spettano compiti di carico e scarico dei macchinari in esame.
Le centrifughe per matasse sono invece strutturalmente molto simili agli impianti di centrifuga pezze e fiocco. Gli stessi sono costituiti da un cestello girevole in cui anche qui l’acqua viene allontanata dalla forza centrifuga.
9 - Impianti di spremitura
Gli impianti di spremitura sono utilizzati per eliminare l’acqua in eccesso dalle matasse in arrivo dal ciclo di tintura. L’estrazione dell’acqua avviene tramite compressione delle stesse mediante appositi cilindri.
Le matasse vengono inserite all’interno dell’asciugatoio sostenute da due barre metalliche che le tendono. Una volta arrivate in prossimità della zona di spremitura la barra inferiore si solleverà. Le matasse verranno spremute tramite due cilindri e alla fine di questa fase la barra inferiore tornerà in posizione in iniziale. A questo punto la matassa verrà ruotata di 180° e l’operazione descritta verrà ripetuta per spremere anche questa parte di matassa.
10 - Asciugatoi ad aria per rocche
Gli asciugatoi ad aria vengono utilizzati per estrarre l’acqua dal materiale mediante insufflazione di aria calda.
Solitamente le rocche vengono inserite all’interno di armadi dotati di canne all’interno dei quali viene insufflata aria calda (solitamente riscaldata tramite impianti a gas)
11 - Asciugatoi ad aria per matasse
Il principio di funzionamento degli asciugatoi per matasse è molto simile a quello per l’asciugatura in rocche anche questo tipo di asciugatoio è costituito da una camera all’interno della quale viene inserita aria calda
Gli asciugatoi a radiofrequenze stanno sostituendo i sistemi di asciugatura tradizionale per quanto riguarda le rocche grazie alla loro velocità nell’estrarre l’acqua dai materiali lavorati. Solitamente l’asciugatoio in questione è composto da un nastro trasportatore che porta il materiale da asciugare all’interno della camera di asciugatura vera e propria, composta da uno o più elementi emettitori i quali risultano schermati in modo da impedire la fuoriuscita delle radioonde emesse.
Il transpallet manuale viene utilizzato per movimentare i contenitori sprovvisti di ruote proprie e per permetterne le operazioni di traino e spinta.
Lo stesso è dotato di una barra sterzante collegata direttamente alle ruote pivottanti di manovra, poste nella parte anteriore dell’attrezzatura.
La barra di sterzo dell’attrezzatura è collegata ad un impianto idraulico che permette il sollevamento del piano di carico del transpallet in seguito all’abbassamento ripetuto della stessa. Una leva a pedale permette il successivo abbassamento del piano di carico del transpallet.
Analogo alla versione manuale, il transpallet elettrico viene utilizzato per movimentare i contenitori che contengono i materiali da lavorare e che non sono provviste di ruote proprie.
Lo stesso viene alimentato tramite batterie a bassissima tensione poste al suo interno. I comandi per il suo avanzamento viene solitamente comandato attraverso l’inclinazione della barra sterzante, mentre i comandi sollevamento del piano di carico sono posti in testa alla stessa.
Supporti per la movimentazione manuale delle rocche e delle matasse, solitamente dotati di una (nel caso delle versioni a tre ruote) o due ruote pivottanti. Spesso i carrelli per la movimentazione delle rocche e delle matasse sono dotati di un fondo sollevabile atto a limitare gli affaticamenti dovuti a posture incongrue durante il prelievo del materiale dagli stessi
I contenitori sono utilizzati per lo stoccaggio temporaneo delle rocche o delle matasse ma, a differenza dei carrelli, non sono dotati di ruote. Per la movimentazione degli stessi possono venire utilizzati transpallet o carrelli elevatori.
17 - Paranchi
I paranchi sono presenti soprattutto negli impianti di tintoria rocche e vengono utilizzati per effettuare la movimentazione dei cestelli porta rocche, i quali devono essere inseriti ed estratti dalle vasche di tintura